giovedì 27 febbraio 2014

1947: "Shake That Boogie" di Sonny Boy Williamson e "Boogie Woogie Blue Plate" di Louis Jordan

Come abbiamo visto in un Post precedente, il Rhythm & Blues ha l'intensità del Blues e l'energia del Boogie Woogie.

Nel 1947 questi due aspetti andavano sempre più prendendo piede nelle scelte degli artisti e nei gusti del pubblico.

Ascoltate questo "Shake That Boogie" di Sonny Boy Williamson, che fu registrato nel 1946, ma raggiunse il primo posto in classifica l'anno successivo.

La struttura classica del Blues viene rafforzata nei bassi e vi è un'urgenza, una spinta, una proiezione in avanti che non potevano non avere una presa sicura sugli ascoltatori dell'epoca.

Il confine tra Blues e Rhythm & Blues qui è veramente labile e questo brano testimonia come le etichette siano sì convenzioni importanti, ma non debbano essere prese troppo rigidamente.

Sonny Boy Williamson ebbe un grande successo, al punto che alla sua morte -avvenuta nel 1948 per un accoltellamento- vi fu una situazione poco chiara, in cui si cercò di tenere nascosta la notizia, spacciando un altro armonicista, Rice Miller, prima direttamente per Sonny Boy Williamson, poi come Sonny Boy Williamson II, sino a che l'appellativo "Secondo" decadde...

Per cui, se oggi cercate pezzi di Sonny Boy Williamson, trovate due Artisti e dovete stare attenti, per capire di quale dei due si tratti...

La storia della nostra Musica presenta molti aneddoti, in cui furbizia, opportunismo e spregiudicatezza certo non mancano!

Affianchiamo questo pezzo di Sonny Boy Williamson con "Boogie Woogie Blue Plate", un brano più sofisticato di Louis Jordan, che per anni fu il leader nelle vendite di dischi tra la popolazione di colore, prima che l'irruzione del Rock 'n' Roll bianco lo estromettesse in brevissimo tempo dal mercato discografico.

Ma questa è un'altra storia, che vedremo in un prossimo Post.



lunedì 24 febbraio 2014

1946: "Wynonie's Blues" di Wynonie Harris e "Gotta Gimme Whatcha' Got" di Julia Lee

Nel 1946 si vanno accentuando quegli elementi caratteristici prima del Rhythm & Blues e poi -dopo l'incontro con alcuni tratti della Musica dei bianchi del Sud- della Golden Era del Rock 'n' Roll.

Come primo esempio di questa tendenza, vi presentiamo "Wynonie's Blues" di Wynonie Harris.

In esso, i bassi Boogie fanno da sostegno a un combo, formato da alcuni elementi della disciolta Band di Illinois Jacquet, mentre questi -reduce dal successo di "Flying Home"- continua nella sua creazione di frasi, destinate a entrare nel vocabolario del Rhythm 'n' Blues.

Nel frattempo, Wynonie Harris declama alcune strofe che -per energia e contenuti- sono ormai lontane dal mondo Swing.

Deliziosa, ad esempio, "Let's drink some mash and talk some trash this morning", che non lascia dubbi sulla funzione "socializzante" di questa Musica.

Il secondo pezzo è "Gotta Gimme Whatcha' Got" di Julia Lee.

Julia era considerata una regina del doppio senso, ma in realtà i suoi testi spesso sono a senso unico e non ci vuole un particolare sforzo, per capire quali siano le sue allusioni e le sue richieste.

Dal punto di vista musicale, oltre a un Boogie sostenuto, in questo pezzo sono particolarmente interessanti i ripetuti stop-time, che diventeranno tipici del Rock 'n' Roll.

Una curiosità: il suo combo si chiamava "Julia Lee and her Boyfriends", perché pare che la focosa Julia chiedesse, a chi l'accompagnava sul palco, prestazioni non solo musicali...

Benvenuti nel mondo del Rhythm & Blues!




venerdì 21 febbraio 2014

Introduzione al Rhythm & Blues

Iniziamo a occuparci del primo tra gli stili di Rock 'n' Roll che abbiamo individuato in un Post precedente: il Rhythm & Blues.

Esso è il più antico dei cinque, in quanto inizia a svilupparsi in forma autonoma sin dall'immediato dopoguerra.

Il termine Rhythm & Blues venne poi introdotto a livello di massa dall'A&R e giornalista Jerry Wexler nel 1949, come titolo per la classifica di Billboard, dedicata ai pezzi più venduti tra la comunità nera.

Il termine precedente per questa classifica -e che, sino dall'inizio dell'industria discografica, aveva caratterizzato la Musica per neri- era "Race", un termine che ora iniziava ad avere una connotazione per molti inaccettabile.

Come abbiamo visto in un Post precedente, il 1945 e la fine della guerra furono segnati da grandi trasformazioni musicali. E fu proprio in questo continuo fermento che nacquero il Be Bop e il Rhythm & Blues.

Due sviluppi per certi versi diametralmente contrapposti, in quanto il primo favoriva la ricerca individuale, senza quasi preoccuparsi degli effetti sul pubblico, mentre...

Il secondo proponeva una comunicazione immediata, con testi, suoni e arrangiamenti che erano un inno a quel divertimento collettivo, in cui il ballo giocava, ovviamente, un ruolo determinante.

In un certo senso, possiamo affermare che il Rhythm & Blues manteneva così l'intensità del Blues, uno dei cardini della Musica nera, ma rafforzata dal ritmo del Boogie.

Nei prossimi Post, esploreremo lo sviluppo del Rhythm & Blues sino al 1959, individuando per ciascun anno almeno un paio di pezzi particolarmente significativi.

Come ebbe a dire Louis Jordan: "With my little band, I did everything they did with a Big Band. I made the Blues jump".

E allora, ecco Louis Jordan nel suo classico "Caldonia", originariamente inciso nel 1945 e che qui possiamo goderci in un video girato l'anno successivo.


lunedì 17 febbraio 2014

Uno Scoop del 1960: La Svolta di Elvis

Con il Post precedente, abbiamo terminato la sezione introduttiva di questo Blog, dedicata a "Gli Anni del Rock 'n' Roll".

Prima di passare alla sezione "Il Rhythm & Blues dal 1945 al 1959", inauguriamo una sezione più leggera, dal titolo "Dischi, Artisti e Aneddoti".

In essa, pescheremo dalla nostra piccola (ma in forte crescita) raccolta di Riviste originali degli Anni '50, per darvi una documentazione diretta di come i media raccontavano il Rhythm & Blues e il Rock 'n' Roll al loro pubblico giovanile.

Iniziamo con uno "scoop" che oggi può far sorridere, ma che all'epoca deve aver suscitato non pochi commenti.

E' tratto dal numero di Aprile del 1960 della rivista  "Rhythm & Blues" e in esso Masco Young -nella sua rubrica "The Deejays are talking about..."- rivela che....

"Elvis, nel timore di finire etichettato esclusivamente come cantante Rock 'n' Roll, avrebbe deciso -al suo ritorno dal servizio militare in Germania- di incidere un numero maggiore di Ballads e di interpretare ruoli drammatici alla TV e al Cinema".

Per quanto riguarda le Ballads, la notizia si rivelò fondata e, anzi, alcune di esse, a distanza di tanti anni, sono ancora in grado di emozionare gli ascoltatori.

Per quanto riguarda, invece, il futuro di Elvis nei panni di attore drammatico... sappiamo come sia andata a finire.



giovedì 13 febbraio 2014

Cinque Stili di Rock 'n' Roll

Anni fa, lessi un interessante articolo di Charlie Gillett, dedicato ai cinque stili di Rock 'n' Roll, che a suo dire si sono sviluppati nel periodo 1951-1955 e che possiamo così sintetizzare:

1) I Combo Rhythm & Blues

2) Il Country Boogie

3) Il Country Rock

4) Il Rockin' Blues

5) I Gruppi Vocali

I primi due stili sono rappresentati da gruppi musicali di 7-8 elementi...

Il terzo e quarto da un cantante, accompagnato da una sezione ritmica molto essenziale...

Mentre l'ultimo è costituito da gruppi vocali a cappella o con un accompagnamento strumentale minimo.

Nei prossimi Post, esploreremo ampiamente questi cinque stili, che -di per sé o intrecciati tra di loro- hanno prodotto le  varie sfaccettature del Rock 'n' Roll.

Per ora, vi lasciamo con un simpatico pezzo del famoso gruppo vocale The Teenagers: "Why Do Fools Fall in Love?".

Dopo un paio di minuti di presentazione, quando i ragazzi iniziano finalmente a cantare, vi è un'esplosione di pura energia!


lunedì 10 febbraio 2014

Il 1959... La Fine di un'Era?

Con il 1959, molte cose cambiarono.

Elvis era da qualche mese in Germania per il servizio militare...

Jerry Lee Lewis, travolto dallo scandalo per il matrimonio con la cugina tredicenne, si trovava isolato...

Little Richard era impegnato dalla sua momentanea vocazione religiosa...

Chuck Berry doveva affrontare le conseguenze di in una brutta storia con una prostituta minorenne, a cui aveva fatto attraversare un confine di troppo...

Buddy Holly, Ritchie Valens e Big Bopper perirono in un incidente aereo...

Eddy Cochran era sul punto di giungere pure lui all'appuntamento finale....

Ma, oltre a questi fatti biografici, era il clima culturale dell'America che andava cambiando.

L'attacco mediatico al Rock 'n' Roll -che durava da cinque anni e che ultimamente era divenuto sempre più violento- aveva dato, infatti, i propri frutti.

Inoltre, il beat stesso stava cambiando e il ballo di coppia -a cui la Musica sin dagli Anni '20 aveva fatto da colonna sonora- stava per essere sostituito dai movimenti di singoli ballerini. Le donne -le followers- si andavano emancipando e ora potevano ballare da sole...

E allora, il 1959 può essere considerato l'anno in cui  finisce l'Era del Rock 'n' Roll e questa Musica meravigliosa inizia a trasformarsi in qualcosa d'altro.

L'anno dopo, infatti, altri erano i suoni che circolavano, ad esempio con il debutto della formidabile Tina Turner.

Comunque... cambiano i ritmi, ma la potenza erotica della Musica che affonda le proprie radici nella tradizione nera resta inalterata.

Eccovi ora Tina con "Fool of Love" nella versione originale del 1960 e in un live a Wembley 40 anni dopo, al cambio di Millennio.


 

sabato 8 febbraio 2014

"So Glad You're Mine" e "My Baby Left Me" di Crudup e Elvis

Può essere utile proseguire il Post precedente -dedicato agli influssi che il bluesman Arthur Big Boy Crudup ebbe su Elvis- ponendo direttamente a confronto le loro versioni di "So Glad You're mine" e "My Baby Left Me".

Crudup incise il primo pezzo  nel 1946 e il secondo nel 1950, mentre entrambe le versioni di Elvis sono del 1956, quando da poco Sam Phillips l'aveva ceduto alla RCA, perché con la sua piccola Sun Records non era più in grado di gestire un fenomeno di tale portata.

Io amo entrambe le versioni di ciascuno di questi due pezzi, anche se forse Crudup mi giunge più direttamente al cuore.

Però, ovviamente, queste sono solo mie emozioni individuali, quindi -senza ulteriori commenti- vi lascio all'ascolto di questi due brani, nelle differenti versioni di Big Boy Crudup ed Elvis Presley.

Non prima, però, di riportare una frase di Elvis, da cui traspare tutta la sua ammirazione per Crudup e il feeling che la sua Musica è in grado di  trasmettere:

"Down in Tupelo I used to hear old Arthur Crudup bang his box the way I do now, and I said 'If I ever got to the place where I could feel all old Arthur felt, I'd be a music man like nobody ever saw'"




giovedì 6 febbraio 2014

"That's All Right" di Big Boy Crudup

Dopo "That's All Right Mama" di Elvis Presley, che nel 1954 rivoluzionò la scena musicale americana e che vi abbiamo presentato qui, oggi vi riconduciamo un po' più indietro nel tempo, sino al 1946 e alla versione originale di questo pezzo, suonata e cantata da Big Boy Crudup.

Crudup occupa un posto particolare nella scena Blues, perché -sebbene come moltì altri bluesmen migrò per necessità dal Sud a Chicago- la sua Musica fu del tutto originale e le categorie classiche del Delta Blues, Chicago Blues, Electric Blues, Rhythm & Blues etc. gli vanno tutte strette.

Elvis amava il Blues di Big Boy Crudup e non è un caso se nella sessione del 5 Luglio 1954 presso la Sun Records -iniziata decisamente male- la scintilla scattò quando Elvis -durante una pausa- si mise a cantare per i fatti suoi "That's All Right".

In quel momento, Sam Phillips capì che si stava avverando il suo sogno:  "If I could find a white man with the negro sound and the negro feel, I could make a million dollars."

Però, quando i milioni di dollari iniziarono a girare nel business messo in moto da Elvis, il povero Crudup ne trasse ben pochi benefici.

Ad arricchirsi furono, invece, personaggi come Lester Melrose che -pur non sapendo scrivere una sola nota- riuscì a ottenere il copyright di circa tremila canzoni. Il trucco era semplice: pagare agli artisti solo la seduta di incisione e far figurare se stessi come aventi diritto a tutti i proventi futuri.

Anche con due altri bei pezzi, che Elvis riprese da Crudup - "So Glad You Are Mine" e "My Babe Left Me", che vi presenteremo nel prossimo Post- le cose non andarono meglio.

Crudup ebbe, comunque, un ritorno sulle scene con il Blues Revival degli Anni '60, che lo portò anche a fare tour in Europa e Australia.

Nel 1976, i suoi eredi riuscirono finalmente a farsi riconoscere i diritti d'autore, che erano sempre stati negati a Crudup. A quel punto, però, lui -sebbene soprannominato Il Padre del Rock 'n' Roll, per l'influsso che aveva avuto su Elvis- se ne era andato già da un paio d'anni da questo mondo.

Come tanti Bluesmen... povero e senza i riconoscimenti, artistici ed economici, che indubbiamente gli sarebbero spettati.

E chi, come noi, ama la sua Musica, ancora oggi deve sentirsi ripetere l'affermazione di John Lennon, secondo cui prima di Elvis vi era il Nulla...


lunedì 3 febbraio 2014

"Shake, Rattle and Roll" di Big Joe Turner

Nel Post precedente, vi abbiamo presentato "Shake, Rattle and Roll" nella versione di Bill Haley, un pezzo inciso ai primi di Giugno del 1954 e distribuito un paio di mesi dopo.

Oggi, invece, prenderemo in considerazione la versione registrata per l'Atlantic nel Febbraio dello stesso anno da Big Joe Turner.

Entrambi i pezzi erano destinati a diventare grandi successi e a vendere oltre un milione di copie, quindi può essere interessante vederne le differenze, per capire quali fette di pubblico andarono a stuzzicare.

La versione di Big Joe Turner parte in sordina e poi si scalda strada facendo, dando l'impressione di una carica contenuta, quasi sorniona.

La versione di Bill Haley, invece, risente del retroterra country da cui lui e la sua Band provenivano, con il contrabbasso che slappa e sostiene un incalzare apparentemente più energico, in particolare durante l'intermezzo strumentale.

Per quanto riguarda il testo, invece, Big Joe turner non esita a dar voce a quella carica erotica tipica del Rhythm & Blues e a dichiarare esplicitamente la tensione sessuale che certe visioni gli provocano...

Leggete ad esempio questi versi:
Way you wear those dresses, the sun comes shinin' through
Way you wear those dresses, the sun comes shinin' through
I can't believe my eyes, all that mess belongs to you.

e guardate come vengono "sbiancati" nella versione di Bill Haley:
Wearin' those dresses your hair done up so nice
Wearin' those dresses your hair done up so nice
You look so warm but your heart is cold as ice

Lì dove Big Joe è "turbato" da tutto ciò che vede nella trasparenza di un vestitino, Bill Haley si accontenta di notare quanto sia carina la pettinatura della sua ragazza...

D'altra parte, i dischi di un bianco -per essere trasmessi da reti radiofoniche di bianchi ed entrare così nelle case di altri bianchi- dovevano passare una censura più severa, rispetto al mondo Rhythm & Blues, abituato a una sessualità ben più esplicita. Un'autocensura preventiva era, quindi, particolarmente diffusa.

La cover da parte di Bill Haley non danneggiò il successo di Big Joe Turner, anzi lo rafforzò. Forse, questo fu uno dei pochi casi, in cui un artista di colore trasse beneficio da una pratica poi comune tra i discografici bianchi, che di queste cover fecero un uso "disinvolto", soprattutto quando c'era da pagare i diritti d'autore.

Anzi, Big Joe Turner e Bill Haley divennero buoni amici e, addirittura, nel 1957 fecero insieme un tour in Australia.

E quando Turner nel 1966 attraversò un periodo di difficoltà, Bill Haley e la sua Band non esitarono ad accompagnarlo, durante alcune incisioni in Messico.

Un buon esempio di come lo stereotipo politicamente corretto del povero nero, perennemente sfruttato dall'avido bianco, non sempre funzioni...

Le storie della Musica e dei Musicisti sono, per fortuna, più complesse delle categorie mentali di chi cerca di raccontarle.

Nel prossimo Post, però, ci occuperemo di un originale artista nero, il quale non ebbe il riconoscimento economico che si sarebbe ampiamente meritato.