lunedì 30 giugno 2014

Sun 217: "I'm Left, You're Right, She's Gone" e "Baby Let's Play House" di Elvis Presley

Il terzo Singolo di Elvis per la Sun Records -Sun 215: "Milkcow Blues Boogie" e "You're a Heartbraker"- non andò particolarmente bene e Sam Phillips corse prontamente ai ripari.

Il risultato fu questo Sun 217 che vi presentiamo oggi e che sancì l'importanza di Elvis non solo a livello regionale.

Infatti, il disco -registrato il 25 Aprile 1955- riuscì a entrare nelle classifiche nazionali e a lanciare Elvis verso quella carriera che ben conosciamo.

Inoltre, "Baby Let's Play House" contribuì forse più di qualsiasi altro brano a creare quel manierismo a singhiozzo, che verrà così frequentemente usato -e spesso abusato- nel Rockabilly.

Il brano era stato inciso l'anno precedente da Arthur Gunter e aveva avuto una buona esposizione nelle stazioni radio del sud, ma...

Anche in questo caso, ci ripetiamo e non possiamo non sottolineare come Elvis abbia passato questo pezzo originario nel tritatutto della sua energia e ne abbia tratto un capolavoro inedito.

A questo punto, era da poco entrato nella vita di Elvis quel Colonnello Parker, che avrebbe giocato un grande ruolo -negativo, almeno secondo noi- negli sviluppi successivi della carriera del ragazzo di Tupelo.

Fortunatamente, però, la sua influenza contrattuale e psicologica all'epoca in cui questo disco venne inciso era ancora molto limitata e, quindi, ora possiamo gustarci Elvis in tutta la sua freschezza!

Non prima, però, di avervi presentato anche la versione originaria di "Baby Let's Play House", cantata da Arthur Gunter.





lunedì 23 giugno 2014

1952: "Lovin' Machine" di Wynonie Harris e "I Can't Lose with the Stuff I Use" di Lester Williams

Dopo due Blues del 1952 come "Juke" e "Dust my Broom", torniamo a occuparci di Rhythm & Blues propriamente detto, con due pezzi di sicuro impatto sulla pista da ballo.

Il primo è "Lovin' Machine" di Wynonie Harris che, inciso nel Luglio del 1951, entrò in classifica l'anno successivo. 

In esso, il buon vecchio Wynonie non esita come al solito a esaltare le proprie doti amatorie, questa volta anche con l'ausilio di un particolare distributore automatico....

Yes it's real gone
Hand you my lovin', you know what I mean
Feels so bad I built a lovin' machine
Up to my house, I'll show you what I mean
Well I just got wise and built me a lovin' machine
Well you put a nickel in the slot
You hear sounds buzzin'
Kisses wild and hot
Five cents a dozen
Up to my house, I’ve got something you've never seen
Well I got hip to the tip and built me a lovin’ machine
Well you pull the lever on the right
Two arms jump out
Wrap all around you
Make you scream and shout
Up to my house, I've got something you’ve never seen
I just built me a brand new lovin' machine
Drop a nickel in!
You put a quarter in the slot
Things light up
Out comes your lovin' in a Dixie cup
Up to my house, I've got something you've never seen
I got wise to myself and built me a lovin' machine
Well it will love you all day
If you feel run down
You don't have to worry
Run all over town
When my machine finishes
That ain't all
Out comes a bottle of alcohol
Up to my house, try my lovin' machine
Well after twenty-four hours you'll know just what I mean

Anche il secondo brano, "I Can't Lose with the Stuff I Use" di Lester Williams, ha una certa connotazione sessuale, sebbene meno forte.

Si tratta di un bel pezzo incalzante, in cui il sottostante giro di Boogie non lascia tregua.

Per concludere questi Post dedicati al 1952, possiamo dire che in quell'anno il Rhythm & Blues, come evoluzione di un Blues rinforzato dall'energia del Boogie, stava raggiungendo il proprio apice ed era pronto a influenzare la nascita del Rock 'n' Roll bianco, che...

A sua volta avrebbe influenzato la Musica nera, in un gioco di continui influssi reciproci, di cui con questo Blog cerchiamo di darvi un assaggio.




lunedì 16 giugno 2014

Sun 210: "Good Rockin' Tonight" e "I Don't Care if the Sun Don't Shine" di Elvis Presley

Il successo del primo Singolo di Elvis Presley, che vi abbiamo presentato nel Post precedente, fu talmente forte, che Sam Phillips decise di cavalcare l'onda, pubblicando immediatamente -per la prima volta nella storia passata e futura della Sun Records- un nuovo disco di Elvis.

Questa volta venne scelto "Good Rockin' Tonight", il classico brano Rhythm & Blues, che vi abbiamo presentato qui nella versione di Waynonie Harris.

Anche in questo caso, il trattamento riservato da Elvis a un pezzo già famoso fu decisamente rivoluzionario.

E ancor più rivoluzionario fu il trattamento riservato a "I don't Care if the Sun Don't Shine" di Patti Page, che -come al solito- vi presentiamo per un utile confronto.

Infatti, solo accostando le esecuzioni di Elvis con le versioni dei cantanti precedenti, si può in parte capire l'impatto che questo ragazzotto -allo stesso tempo timido e provocatorio- ebbe sul panorama musicale contemporaneo.

Oggi, tutto ciò che riguarda Elvis viene spesso considerato "scontato", ma ciò avviene solo perché la sua rivoluzione musicale e di costume è profondamente entrata nelle nostre vite.

Ritornare alle incisioni di Elvis per la Sun Records significa allora ritornare alle origini di questa rivoluzione e alla freschezza di un innovatore, le cui vicende successive -quando entrò in campo un Colonnello di troppo- possono solo in parte offuscare, ma certo non cancellare.

Buon ascolto!




martedì 10 giugno 2014

Sun 209: "That's All Right, Mama" e "Blue Moon of Kentucky" di Elvis Presley

Ripercorrendo i principali Singoli della Sun Records, siamo così giunti al fatidico 5 Luglio 1954 e alla prima incisione commerciale di Elvis Presley.

Vi abbiamo già parlato in questo Post di come nel giro di pochi mesi del 1954 tutto cambiò nel panorama musicale americano e, quindi, mondiale.

Infatti, Bill Haley aveva da poco rilanciato "Shake, Rattle and Roll" di Big Joe Turner, con una versione che risentiva del suo passato Country, quando Sam Phillips capì che finalmente la paziente attesa avuta nei confronti di Elvis iniziava a dare i suoi frutti.

Poiché vi abbiamo già presentato "That's All Right, Mama" sia nella versione di Elvis, sia nella versione originaria di Big Boy Crudup, oggi ci concentriamo sul lato B di questo Sun 209: "Blue Moon of Kentucky".

Anche in questo caso, Elvis riprese un pezzo già esistente, ma portandovi tratti completamente nuovi.

Addirittura, cambiò il tempo originario di 3/4 in un pulsante 4/4, trasformando un Walzer del 1947 di Bill Monroe in un pezzo destinato a diventare un riferimento obbligato per un'innumerevole schiera di aspiranti musicisti Rockabilly.

Infatti, accompagnato da Scotty Moore alla chitarra e Bill Black al basso, in pochi minuti di incisione Elvis riuscì a creare quel suono ibrido che Sam Phillips andava ricercando da anni...

Un suono ibrido in cui l'anima bianca e l'anima nera della Musica Popolare americana non solo convivevano, ma, addirittura, davano vita a una forma musicale nuova.

Eccovi, dunque, "Blue Moon of Kentucky" sia nella versione di Elvis, sia nella versione originaria di Bill Monroe.

Per la cronaca, Elvis temeva la reazione dell'irascibile Bill Monroe per il trattamento poco ortodosso che aveva riservato al suo pezzo Bluegrass, ma Bill si comportò da gran signore e, quando incontrò Elvis, non solo non si adirò, ma addirittura si complimentò con il giovane cantante.

Non sappiamo che ruolo, in questa reazione magnanima, abbiano giocato le royalties, che certamente Bill Monroe, come autore di "Blue Moon of Kentucky, iniziava a vedere all'orizzonte...



venerdì 6 giugno 2014

Sun 205: "Rockin' Chair Daddy" di Harmonica Frank

Continuiamo il nostro viaggio tra i singoli più significativi della Sun Records, con un disco veramente particolare:  "Rockin' Chair Daddy" di Harmonica Frank.

Chi ha formato i propri gusti musicali sulla striminzita playlist, proposta dai propri insegnanti di ballo, non troverà "bello" questo brano...

E chi non ha amore per la storia -e considera un pezzo solo come base per le proprie evoluzioni narcisistiche in pista- non lo troverà nemmeno interessante...

Però...

Però Harmonica Frank è per noi un personaggio di grande fascino e questo suo "Rockin' Chair Daddy" del 1954 presenta caratteristiche musicali molto ibride, che hanno contribuito a creare il sound della Sun Records

Inoltre Frank, la cui vita sarebbe degna di una sceneggiatura cinematografica, suonava la chitarra e contemporaneamente l'armonica, ma... senza un supporto.

Infatti, era in grado di tenerla in un angolo della bocca, mentre con l'altro cantava.

E, a volte, aveva anche un'armonica al naso e riusciva contemporaneamente a cantare, suonare la chitarra e le due armoniche!

Non c'è da stupirsi del fatto che Sam Phillips rimase incuriosito da un simile personaggio.

Ma anche i giornalisti delle riviste specializzate rimasero spiazzati, ascoltando "Rockin' Chair Daddy".

Ad esempio, Billboard scrisse che il brano era un inusuale mix di Rhythm & Blues e Country Music e che, mentre il cantante era un artista Country, la strumentazione era tipica del Blues più profondo...

E così, non è del tutto infondata la questione che Frank alcuni decenni dopo si pose... Se, per caso, questo "Rockin' Chair Daddy" non fosse stato il primo brano Rock 'n' Roll!

Quale che sia la risposta, la storia del Rock 'n' Roll prese un'altra piega -non più rivolta al passato rurale dei Medicine Show- quando, dopo poche settimane, un giovanotto più bello e affascinante di Frank fece la sua prima incisione commerciale per la Sun Records.

Ma questo sarà il tema del prossimo Post...


martedì 3 giugno 2014

1952: "Dust my Broom" di Elmore James

Come abbiamo visto nel Post precedente, nel 1952 il Blues godeva di ottima salute.

Ad esempio, quell'anno entrò nella classifica Rhythm & Blues anche "Dust my Broom" di Elmore James.

Sebbene James venga accreditato come autore del brano, in realtà si tratta di una nuova versione di "I Believe I'll Dust my Broom", che Robert Johnson aveva inciso durante una storica sessione, una quindicina di anni prima.

Comparando le due registrazioni, si può vedere chiaramente il percorso che il Blues aveva fatto, in un arco di tempo relativamente breve, passando dalla chitarra acustica di un solo bluesman a un combo fortemente elettrificato.

I riff insistenti suonati da Elmore James -sostenuti dalla potente sezione ritmica e destinati a far parte del vocabolario del Blues- sono il tratto caratteristico di questa versione.

Però, non si può non ammirare anche la semplicità stilistica con cui Robert Johnson seppe introdurre questi riff -senza contemporaneamente perdere il supporto ritmico- con l'ausilio di una sola chitarra acustica e utilizzando con maestria i registri alti e medi.

"Dust my Broom" è stata incisa da un'infinità di Artisti e, quindi, risulta ora impossibile cercare di offrire un panorama anche solo approssimativo della sua storia..

Ci limitiamo, pertanto, a una particolare versione, tipica degli Anni '60, di Ike & Tina Turner, come testimonianza del lungo percorso compiuto da questo brano, passato attraverso interessanti metamorfosi.