domenica 12 luglio 2015

Herwin 106: King Oliver, The Great 1923 Gennetts

Continuiamo questa nuova sezione del Blog -dedicata ai 16 LP della Herwin, che negli Anni '70 riproposero alcune pietre miliari del Jazz di mezzo secolo prima- con questo disco, che raccoglie le storiche incisioni effettuate nel 1923 dalla King Oliver's Creole Jazz Band per la Gennett a Richmond, Indiana.

In questi 15 brani, possiamo ascoltare il Jazz che inizia in parte ad allontanarsi dalla sola polifonia -tipica, ad esempio, della Original Dixieland Jazz Band, che vi abbiamo presentato nel Post precedente- e a...

Lasciare un certo spazio ai solisti, che -pur all'interno di una Musica ancora d'insieme- provano a reinterpretare i vari temi musicali, che sono così l'occasione per abbellimenti ed elaborazioni moderatamente originali.

E di che musicisti si tratta!

Infatti, alla cornetta abbiamo non solo Joe Oliver, ma anche Louis Armstrong, la cui ingeniosa creatività fatica a restare compressa nella polifonia del Jazz della sua epoca.

Che dire poi di Johnny Dodds, il più significativo clarinetto di quegli anni?

O di Baby Dodds, suo fratello, alla batteria?

O di Lil Hardin, futura moglie di Louis Armstrong, al piano e di Honore Dutrey al trombone?

E pensare che, a detta di molti, nel 1923 la Band di King Oliver aveva già perso molto del suo potenziale... 

Il che ci lascia solo immaginare che cosa potessero essere le sue performance live al Lincoln Gardens di Chicago.

Inoltre, la qualità delle sedute di registrazione della Gennett era scarsa anche per i bassi standard dell'epoca e questo ci fa rimpiangere ancora di più quei suoni, che mai poterono essere registrati durante il periodo migliore della King Oliver's Creole Jazz Band.

Comunque, ascoltando queste incisioni possiamo avere un'eccellente testimonianza della Musica di New Orleans trapiantata a Chicago, in un anno e con una Band che fecero da transizione tra il Jazz originario di quella città e gli sviluppi successivi, che...

Traghettarono il Jazz verso un ampio pubblico e lo allontanarono sempre più dalla Folk Music -qualunque cosa questa espressione significhi- da cui era indubbiamente nato.

Non è certo un caso se, proprio l'anno successivo, Louis Armstrong lasciò la Band di King Oliver, per intraprendere quella carriera di vero solista, che avrebbe raggiunto il suo apice con gli Hot Five e gli Hot Seven.

Di queste registrazioni, oggi continuiamo ad apprezzare la grande gioia e il grande lavoro d'insieme, in cui persino la particolare esuberanza creativa di Louis Armstrong riuscì ad amalgamarsi con la maestria degli altri artisti, sotto la vigile regia di King Oliver, che...

Seppe creare una Musica forse prevedibile, nella sua ripresa di strutture e arrangiamenti tradizionali, ma sempre piacevole ed eccitante, nella sua perfetta coordinazione e travolgente energia.

Vi lasciamo con "Chimes Blues", in cui vi è il primo assolo di Louis Armstrong.

In realtà -più che di un assolo, nel senso che il termine avrebbe avuto nel Jazz successivo- si tratta di due cori in cui Louis suona con il solo accompagnamento ritmico.

Non è molto, ma già indica la strada che Armstrong e il Jazz avrebbero preso nel giro di pochissimo tempo.